Investire in comunicazione è come investire in azioni

Investire in comunicazione funziona esattamente come investire in azioni:

  • se hai un alto capitale (aziendale o personale), i rendimenti sono alti;

  • se parti da poco, i rendimenti sono bassi o nulli;

  • e se fai le cose male, rischi di bruciare tutto.

Le performance, poi, non sono lineari: salgono, scendono, fluttuano.

Ma, proprio come un buon portafoglio, se hai impostato una strategia solida e giochi sul lungo termine, la comunicazione paga.

Sempre.

Quello che però molti non capiscono è che non è il primo step nella vita di un’azienda.

Prima devi costruire fondamenta solide: lavorare su te stesso, sulla tua crescita professionale, oppure sul tuo modello di business.

Perché? Perché se non c’è sostanza, la comunicazione amplifica il nulla.

Negli ultimi 6 anni ho seguito decine di imprenditori locali nella loro comunicazione.

Alcuni sono con me ancora oggi e stiamo continuando a crescere insieme.

In due casi soltanto, invece, la collaborazione si è interrotta dopo pochi mesi.

Non per una strategia sbagliata.

Non perché “Instagram non funziona più”.

Ma per un problema di aspettative.

Erano attività appena nate, senza un mercato stabile, che speravano in un miracolo: “basta una buona comunicazione e arrivano subito i clienti”.

Ma la comunicazione non è magia.

È un moltiplicatore esponenziale.

Immagina una formula semplice:

output = azienda ^ comunicazione

Se l’azienda vale 1 e la comunicazione vale 100, il risultato sarà sempre 1.

Se l’azienda vale 3 e la comunicazione vale 2, il risultato sarà 6.

Ecco perché se la tua attività non ha ancora valore reale sul mercato, la comunicazione non potrà mai salvarla.

In finanza personale esiste un concetto chiave: non si investe in azioni finché non hai un fondo emergenza e un po’ di liquidità da parte.

Prima crei le basi, poi giochi la partita del rendimento.

Tradotto nella comunicazione: prima ti assicuri che il tuo business stia in piedi da solo, poi investi per scalare.

E spesso significa aspettare anni.

Gli step concreti da seguire:

  1. Cerca clienti in modo attivo → scrivi email, crea partnership, proponiti come fornitore a chi è già affermato.

  2. Sfrutta il passaparola → è lento, è duro, ma all’inizio è lo strumento più potente che hai.

  3. Investi in posizionamento e branding → quando hai già un minimo di stabilità, è il momento di lavorare sull’immagine.

  4. Spingi sulla comunicazione → quando i clienti non sono più un problema, allora puoi investire massivamente e consolidare.

“Ma se ho già clienti, perché dovrei investire in comunicazione?”

Perché, come dice Nietzsche: tutto ciò che non eleva, abbassa.

Quando hai un buon flusso di cassa, la comunicazione smette di essere una spesa e diventa un investimento strategico.

Un acceleratore.

Ti permette di scalare, rafforzare il brand, resistere alle crisi e crescere con costanza.

Il paradosso è questo:

  • se investi in comunicazione quando sei già solido, i frutti arrivano subito.

  • se investi quando sei in crisi, amplifichi la difficoltà e finisci per tagliare tutto dopo pochi mesi.

C’è però un caso diverso: le attività che partono da zero con grandi costi iniziali (ristoranti, palestre, e-commerce strutturati).

Qui, a volte, serve un all-in di comunicazione immediato.

È rischioso, perché somiglia più al trading che all’investimento di lungo termine: pochi ce la fanno, molti si schiantano.

Ma se non hai scelta, può essere l’unica carta da giocare.

La comunicazione non è da considerarsi come la bacchetta magica che salva un business fragile.

È piuttosto un moltiplicatore che amplifica ciò che hai già costruito.

Prima lavora sul tuo capitale personale, professionale, aziendale.

Poi investi in comunicazione.

E solo allora vedrai rendimenti degni di un vero investitore.

Un abbraccio,

Marco

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